Egregio Direttore,
la commistione impropria e l’intreccio perverso tra politica e affari, tra Pubblico e Privato, che sta alla base della rete di interessi, collusioni e corruzione che alimenta l’attuale SISTEMA POLITICO-AFFARISTICO italiano, sta mostrando alfine tutti i suoi limiti e sta affondando il Paese in un mare di scandali, sia a livello nazionale che locale.
Chi si proponeva di riformare il sistema da questo è stato assimilato ed infine travolto. Parlo della LEGA che – pur coi suoi limiti localistici – aveva inizialmente alimentato una qualche speranza di rinnovamento, ma che alla fine ha mostrato il suo vero volto, non dissimile da quello degli altri partiti.
Leggo le interessanti e lucide osservazioni di C.M. FIORI (lettera alla Prealpina del 21/4/12 “La Lega figlia della postmodernità”, che integra una sua precedente su Varese News “Lega ambigua” del 29/9/2008), nonché le approfondite analisi e le “lungimiranti” previsioni, puntualmente avveratesi, del prof. E. BARONE (lettera a Varese News del 23/4/12, che ripropone una sua precedente del 1994 che conferma la validità nel tempo dell’analisi storica marxista di cui Egli è un eccellente e validissimo usufruitore), e mi chiedo quanti le abbiano lette e “digerite”. Perciò cerco di riassumere sinteticamente, in modo schematico, i loro contenuti (gli Autori mi perdonino per la semplificazione e per qualche mia piccola aggiunta) per comprenderne meglio i contenuti e chiarirci tutti un po’meglio le idee, spesso confuse e parziali, anche perché quanto scritto dai suddetti AA. collima con quanto io e molti altri pensiamo.
FEDERALISMO: mezzo per tenere unite realtà territoriali diverse in un unico Stato, evitando divisioni e lacerazioni (l’Unione Europea sec. Fiori è una forma di “federalismo in divenire”).
OBIETTIVI DELLA LEGA: genuinità della vocazione federalista? C’è da dubitarne, dato che il suo programma di massima è fondato sulla SECESSIONE (= rottura dello Stato unitario) e solo successivamente, dopo che è divenuta forza di governo, per opportunismo politico ha mitigato il progetto iniziale in quello di “FEDERALISMO ISTITUZIONALE”, ed infine – non riuscendo a realizzarlo – in quello di un “FEDERALISMO FISCALE” sgangherato (con l’introduzione di nuove tasse e balzelli e l’aumento dei poteri locali, che restano tutti immutati, comprese le inutili Province, le Comunità montane, ecc.) che complicherà ulteriormente il sistema senza dare alcun beneficio alle tasche degli Italiani.
IDEOLOGIA DELLA LEGA: di tipo localistico-medievale, piuttosto primitivo (e regressivo), che poggia sulla esaltazione del particolarismo basato sul vincolo etnico e sul territorio (secondo un “modello tribale” etno-nazionalista che punta su valori come identità, radici, comunità, e sull’insofferenza verso il centralismo romano) come risposta/reazione ad una concezione dello Stato di tipo eccessivamente centralista (in ciò facilitata dal debole senso di appartenenza ad uno Stato unitario, attuato verticisticamente nell’estraneità delle masse popolari, dalla crisi del solidarismo proletario ed in parte anche dall’avversione alla globalizzazione capitalistica nella sua ultima versione neo-liberista, che pur fa comodo a buona parte dei suoi adepti). Concezione di un primato biologico del gruppo (“clan”) di appartenenza con esclusione dei “diversi”, dei non nativi e di quanti non la pensano come loro, che può sfociare pericolosamente in fenomeni di “XENOFOBIA” e di “RAZZISMO” se non adeguatamente controllata (e che ha fatto scrivere ad A. DI BLASE – lettera a Varese News del 14/4/12 – “VOTAR LEGA E’ UNA BESTEMMIA, e ad esser buoni il gesto di chi predica bene e razzola male”, in quanto IL SUO MESSAGGIO È LA NEGAZIONE DI QUELLO DEL CRISTIANESIMO “AMARE IL PROSSIMO”, osservazione che mi sembra giusta e condivisibile, almeno sotto un profilo razionale). LEGA percepita anche da alcuni come SINDACATO DEL NORD (industrializzato, ricco e opulento) contro il parassitismo, le ruberie e il clientelismo mafioso del SUD (rurale, più povero e deindustrializzato), e quasi circondata da un alone di “purezza” e di “intransigenza” (da Controriforma). Ne abbiamo visto recentemente gli edificanti esempi dati dai suoi Capi!
METODI DI PROPAGANDA: Valorizzazione e difesa egoistica del proprio “locale” (a discapito del nazionale e del sociale) nei suoi vari aspetti, massima semplificazione del linguaggio – con esibita rozzezza e volgarità dell’eloquio e largo uso del dialetto – condito da gesti scurrili di accompagnamento (per essere più vicini al popolo), richiamo insistente alle vecchie tradizioni popolari locali, introduzione di simbologie pagane, di miti e riti inventati come quelli dei Celti, del culto del “dio Po” e “accreditamento” di una realtà mai storicamente esistita come la “Padania”; inoltre sbeffeggiamento (se non anche oltraggio e vilipendio) del tricolore e dei valori legati al Risorgimento e all’Unità d’Italia, boicottaggio delle manifestazioni pubbliche celebrative per il suo 150°enario ecc. Tutto ciò per evocare i sentimenti più bassi e irrazionali del “popolo padano” (che ne costituisce lo “zoccolo duro”) nel quadro di un “POPULISMO REAZIONARIO BORGHESE” (definizione impeccabile) che alla fine ha avvantaggiato solo i suoi Capi (ma quanti di loro, mi chiedo, sono veramente in buona fede o non piuttosto gente scaltra e senza scrupoli che ha saputo sì interpretare, ma anche continuamente alimentare e sfruttare a proprio vantaggio gli “umori”, le credenze, le aspirazioni “irrazionali” del “popolo padano”, dando forma al malcontento – ahimè spesso più che giustificato – di larghe fasce della popolazione del Nord Italia???).
RISULTATI: dopo tanto sbraitare NESSUNO! Se infatti gli obiettivi erano la “secessione”, o in seconda battuta il “federalismo istituzionale”, e in terza battuta almeno il “federalismo fiscale”, dobbiamo ammettere che nessuno di essi è stato realizzato. Risultati quindi FALLIMENTARI sotto il profilo politico. Se a ciò si aggiungono i recenti scandali finanziari (uso privato dei fondi pubblici) che hanno coinvolto il suo gruppo dirigente, si comprende la profonda CRISI D’IDENTITA’ che la LEGA sta attraversando.
PREVISIONI: Non per questo la Lega è da considerarsi finita. Sopravviverà, nonostante tutto, anche se ne uscirà alquanto ridimensionata. Perchè ormai è un “partito” radicato sul territorio e sa bene interpretare la psicologia “elementare” di tanta gente del Nord Italia, cioè gli umori, i sentimenti (peggiori?) separatisti e xenofobi di larghe fasce della società borghese e operaia, in altre parole quella “irrazionalità” che risiede nel profondo dell’animo di quelle masse popolari imbevute di una subcultura etnico-localistica, che amano la semplificazione e che sempre vorranno esser guidate da un Capo-padrone e aspireranno ad identificarsi con un Lui. Un Capo che la pensi come loro ed agisca anche per loro, additando mete anche irraggiungibili ma atte a tener vive le loro aspirazioni e le loro speranze.
Per questo è inutile ogni tentativo “razionale” di voler far cambiare opinione alla sua base, al suo “zoccolo duro”, che passerà inossidato attraverso l’attuale bufera e continuerà ad avere cieca fiducia nei suoi vecchi e nuovi Capi, che gli propineranno ora e sempre quello che lui vuole sentire.
Giovanni Dotti