“Nel breve spazio della mia lunga vita l’Italia è cambiata in una maniera spaventosa.
É tutta una lotta contro il tempo, bisogna riuscire a diventare civili
prima che il disastro sia completo.
Bisogna vedere se arriviamo ancora in tempo a salvare questo paesaggio.
Per me in gran parte l’abbiamo già distrutto.”
Giorgio Bocca in “Langhe Doc”
Tre personaggi, tre produttori di cibo, tre “eretici” perchè pensano e agiscono in modo diverso rispetto agli altri, per raccontare un unico territorio, le Langhe, universalmente riconosciute come uno dei luoghi più belli d’Italia, di recente candidato a diventare “Patrimonio dell’Umanità Unesco”.
Ciononostante, l’urbanizzazione, la cementificazione, il progressivo abbandono delle aree e dei mestieri meno redditizi rischiano di trasformare le Langhe nell’ennesimo tassello di quella che in ”Langhe Doc“ Giorgio Bocca definisce “l’Italia dei capannoni”.
Quelle di Maria Teresa Mascarello, Silvio Pistone e Mauro Musso sono storie di chi ha intravisto un futuro che non gli piaceva e lo ha rifiutato. Piccole sfide in cui tuttavia è possibile intravedere una dimensione ben più ampia; sfide ancora aperte, non ancora del tutto vinte e che forse non lo saranno mai: loro si muovono in una direzione, il mondo in un’altra, del tutto opposta.