Notte del 6 agosto… una notte calda ed intensa. A riscaldarla e renderla ancora più intensa, al Bellavista, ci sono Federico Sirianni e la sua band, composta da Vito Miccolis alle percussioni, Marco Piccirillo al contrabasso e Eugenio Odasso alla chitarra elettrica.
Inizio blues, ritmato, voce calda e mi trovo ad osservare un aereo che parte in distanza. Il sound è a mio parere azzeccato ed i testi sono emozionanti. Tra vicoli e storie personali, la vita in fondo è un gioco. C’è chi ha bisogno di grandi palchi per sentirsi artista e poi ci sono artisti come Sirianni che sono grandi ovunque.
Le canzoni di Sirianni, sono come un viaggio che, partendo dalle due città care al cantautore, Genova e Torino approdano in Messico, in una sapiente miscela ben amalgamata di tex-mex, rock, blues, tra filastrocche ciniche, amori ed addii borderline, con virate west, ma la soda al saloon Bellavista manca, mentre l’amore abbonda e viene servito sulle note… anche se si tratta di amore mercenario, in fondo a chi frega…. Bisogna gettare un crocefisso in fondo al mare per vederlo riaffiorare…
Se non andate ad ascoltare Sirianni e la sua band, allora commettete un delitto… il delitto di perdervi quello che definirei un ispirato “folk bandistico”, non nel senso di band… ma di banditi…
Da segnalare durante il concerto lo strepitoso omaggio all’immensa Chavela Vargas, morta da pochissimo e la ballata “Nella prossima vita”, dal sapore ironico/amaro, simile ad uno sguardo su un futuro migliore e su pianeti dove tutto sarà diverso, e se anche nulla dovesse essere diverso, allora non bisogna preoccuparsi, perché tanto al giudizio universale, saremo tutti assolti per legittimo impedimento…