La multinazionale dell’olio di palma Wilmar è stata presa di mira dagli attivisti dell’associazione tedesca Robin Wood. Per contrastare l’importazione di olio di palma proveniente dal land grabbing e dalla distruzione della foresta pluviale, gli attivisti si sono riversati negli uffici dell’impresa a Brake in Bassa Sassonia, chiedendo l’immediata cessazione delle l’espansione delle piantagioni di palma da olio e l’avvio di un processo di risoluzione di conflitti per la terra in favore delle popolazioni locali.
L’impianto di Brake, recentemente esteso, produce oli grassi e industriali per l’industria alimentare, rifornendosi prevalentemente di olio di palma, un ingrediente in costante crescita nel settore dell’industria alimentare, oramai rinvenibile in una buona metà dei prodotti venduti nei supermercati. Dalla margarina alle minestre in bustina, dai gelati alle merendine, l’olio di palma figura tra gli ingredienti, con conseguenze devastanti: la distruzione della foresta pluviale, l’appropriazioni di terreni e un massiccio rilascio di gas serra. Wilmar è una delle imprese che più hanno tratto profitto da questo discutibile business.
Il gruppo Wilmar, con sede a Singapore, è il più grande rivenditore di olio di palma in tutto il mondo. Wilmar gestisce estese monocolture di palma da olio e nella sola Indonesia le sue piantagioni si estendono su 180.000 ettari di terreno, in cui prima cresceva la foresta. Nell’ottobre 2010 l’associazione ambientalista indonesiana “Save Our Borneo” aveva colto in flagrante Wilmar mentre abbatteva le foreste nel Kalimantan centrale. Wilmar è coinvolta in innumerevoli conflitti per la terra con le popolazioni locali.
“Nel corso di diversi viaggi di ricerca in Sumatra e Kalimantan Centrale nel 2009 e nel 2011, abbiamo parlato con le vittime della Wilmar e constatato lo squallore delle loro condizioni di vita in seguito all’arrivo dell’impresa – spiega Peter Gerhardt, di Robin Wood – Chiediamo alla Wilmar di fermare immediatamente l’espansione delle proprie piantagioni e di restituire alle comunità locali i territori contesi che gli sono stati sottratti”. Nell’agosto 2011, le forze di sicurezza della Wilmar hanno violentemente attaccato il villaggio Sungai Beruang a Sumatra. La Wilmar sta espandendo le proprie piantagioni anche in Africa.
Nel 2012, Friends of the Earth ha diffuso un rapporto che documenta il furto di terre nel continente nero per l’espansione delle piantagioni di palma da olio: ben 10.000 ettari, ottenuti con l’aiuto dell’investitore africano BIDICO.
La Wilmar tenta di presentare un’immagine verde attraverso la partecipazione alla certificazione RSPO (Tavola Rotonda sull’olio di palma sostenibile). Tuttavia, la RSPO è dominata dall’industria dell’olio di palma, e non è in grado di fermare la consentendo la distruzione della foresta pluviale, né l’impiego di erbicidi ad ampio spettro estremamente tossici, come il paraquat.