Babau, un leader degli indigeni Tupinambá dello stato di Bahia in Brasile, suo fratello, sua sorella e suo nipote sono stati arrestati dopo essere tornati a vivere sulle loro terre ancestrali insieme ad altri membri del loro gruppo.
Prima di arrestarlo e condurlo in prigione, la polizia ha picchiato brutalmente Babau mentre si trovava a casa sua, nelle prime ore del 10 marzo scorso. Suo fratello, Givaldo Ferreira da Silva, è stato arrestato dieci giorni dopo.
Glicéria Tupinambá, la sorella di Babau, e suo figlio di due mesi sono invece stati incarcerati il 3 giugno, appena dopo l’incontro della donna con il Presidente del Brasile Lula, a cui aveva parlato delle violenze subite dai Tupinambá.
Le organizzazioni brasiliane per i diritti umani hanno denunciato questo episodio alle Nazioni Unite dicendo che si tratta di un caso di “detenzione arbitraria”, conseguenza dell’opposizione degli allevatori alla protezione della terra dei Tupinambá.
Babau è stato in prima linea nella lotta per i diritti della sua tribù, in particolare quello di vivere sulle loro terre ancestrali.
L’arresto degli Indiani segue la rioccupazione da parte di numerosi Tupinambá delle terre ancestrali che gli furono rubate dagli allevatori non-indigeni e dai proprietari terrieri.
Il Vicepresidente della Commissione sui Diritti Umani dello stato di Bahia, Yulo Oiticica, dopo la visita della Commissione alla comunità di Babau, ha dichiarato: “La pistola ritrovata dimostra che dovrebbero essere arrestati gli uomini armati, non il capo Babau”.
Questo non è il primo attacco subito dai Tupinambà. Nel 2008 la polizia invase un villaggio Tupinambà e sparò agli Indiani proiettili di gomma.
L’incapacità delle autorità brasiliane di permettere ai Tupinambá di vivere indisturbati sulle loro terre ancestrali è una violazione della legislazione brasiliana e internazionale.
Survival International sta conducendo una campagna perché il governo brasiliano delimiti e protegga le terre dei popoli indigeni con la massima urgenza.
Fonte: www.survival.it