E’ una fottuta giornata di novembre, con la pioggerellina che penetra nei vestiti lentamente. Vado sulla veranda a fumarmi una sigaretta e mi ritrovo fradicio senza accorgermene. E’ una fottuta e malinconica giornata di novembre.
Rientro, vado nel mio ufficio ed indosso le cuffie mentre scelgo dalla pila di cd che ho sulla mia scrivania, uno da ascoltarne. Guardo le copertine. La scelta si complica, sono troppi. Ho deciso! Oggi mi sento veramente di merda, vorrei uno sguardo… non so su cosa, ma vorrei un altro sguardo, non quello che vivo ora… un altro…
To the Tremendous Road di Dola J. Chaplin ha la copertina che fa per me. Dei piedi su di un prato, sul quale vi è anche una cornice… ecco, forse, potrebbe essere l’altro sguardo che cerco…
Inserisco il cd nello stereo ed inizio ad ascoltare.
Respiro a pieno polmoni le note e le parole, che mi travolgono portandomi lontano, molto lontano. E’ un viaggio tra folk, country e rock. Un viaggio intimo, a volte crudo, altre dolce amaro.
Sulla strada verso spazi aperti e proprio come il pezzo che da il titolo all’album “To the tremendous road”. Perché la strada con la sua polvere, le persone che la popolano, con il suo “attreversare” le cose può essere “Tremendous”, sia nel senso della gioia, sia nel senso della disperazione. Sulla strada, percorrendo l’anima, in un viaggio verso la possibilità di sentirsi liberi… verso la gioia, la nostalgia, la malinconia e la solitudine…
E’ una fottuta e malinconica giornata di novembre ma ora mi sento meno di merda di prima… la malinconia non vuole passare… allora decido di lasciarmi cullare ancora dalle canzoni del cd. Vado alla deriva… sento il peso di una perdita… ma, nel profondo, oltre quella cazzo di cornice, c’è un altro sguardo, forse più consapevole, forse più libero…
“To the tremendous road” è molto probabilmente uno dei migliori album che ho ascoltato questo anno. Non lasciatevelo sfuggire.