L’Italia ospita il 19% degli europei che assumono cocaina, il terzo paese del Continente dopo il Regno Unito, primo con il 23%, e la Spagna, seconda con il 21%. Lo riporta il rapporto “The globalization of crime”, pubblicato due giorni fa dallo United Nations Office on Drugs and Crime, che ha sede a Vienna, consultato dall’ADNKRONOS. I 27 paesi dell’Unione Europea e i quattro paesi dell’Efta (European Free Trade Association – Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda) costituiscono il secondo mercato del mondo per la polvere bianca, dopo il Nordamerica.
Il piu’ grande mercato europeo per la cocaina e’ la Gran Bretagna (1 mln di assuntori nel 2007-08), seguita da Spagna, Italia, Germania (9%) e Francia (5%). Il numero di assuntori di cocaina nei paesi Ue ed Efta e’ raddoppiato nell’ultimo decennio, dai 2 mln del 1998 ai 4,1 mln del 2007-2008. Malgrado l’aumento, il tasso di prevalenza della cocaina nella popolazione di eta’ compresa tra i 15 e i 65 anni e’ dell’1,2% nell’Ue a 27 e dell’1,5% nell’Ue a 15 e’ ancora piu’ basso che nel Nordamerica. Ma Spagna e Regno Unito hanno tassi annuali di prevalenza piu’ alti degli Usa, al 3,1% e al 3% rispettivamente.
Dati preliminari, secondo il rapporto, indicano che la rapida crescita del consumo di cocaina in Europa sta cominciando ad esaurirsi, cosa che e’ gia’ accaduta negli Usa dove, se nel 1982 10,5 mln di persone avevano assunto cocaina nell’anno precedente, nel 2008 il dato e’ calato a 3,5 mln. Il consumo annuo stimato di cocaina nel Vecchio Continente e’ di 124 tonnellate (nel 2008). Il valore di mercato a destinazione della coca prodotta in Colombia, Peru’ e Bolivia e’ di 34 mld di dollari.
La maggior parte della cocaina arriva in Europa via mare, spesso in container, anche se vengono effettuate piccole spedizioni aeree e tramite servizio postale. Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale delle Dogane, il 69% della cocaina in rotta per l’Europa Occidentale posta sotto sequestro e’ stata rinvenuta a bordo di barche o navi, nascosta nel carico o nella struttura del natante. Gli ‘hub’ europei della coca sono due: la Penisola Iberica, i cui paesi hanno strette connessioni culturali con l’America Latina e una lunga costa, relativamente vicina ai paesi di provenienza della cocaina; l’altro e’ costituito dal Belgio e dai Paesi Bassi. Una parte del territorio olandese e’ nei Caraibi (Aruba e le Antille Olandesi), mentre il Suriname e’ stato una colonia olandese.
Dai porti di Antwerp e di Rotterdam, continua il rapporto, i piu’ grandi d’Europa, la cocaina viene distribuita nel resto del continente. Spagna, Portogallo, Olanda e Belgio contano per il 70% di tutta la cocaina sequestrata in Europa nel 2008, ma per meno di un quarto della cocaina utilizzata. La Colombia resta la principale fonte della cocaina sequestrata in Europa, ma le spedizioni dirette dal Peru’ e dalla Bolivia sono molto piu’ comuni che sul mercato statunitense. L’importanza relativa della Colombia sembra essere in declino. Per esempio, nel 2002 le autorita’ inglesi riportavano che il 90% della cocaina sequestrata nel paese veniva dalla Colombia, ma nel 2008 il dato e’ caduto al 65%.
In alcuni paesi europei Peru’ e Bolivia, le terre d’origine della pianta della coca, sembrano essere diventati i fornitori primari di cocaina. Le rotte utilizzate per portare la polvere bianca in Europa sono cambiate negli ultimi anni. Tra il 2004 e il 2007, almeno due hub di smistamento sono emersi in Africa Occidentale: uno incentrato sulla Guinea e la Guinea Bissau e l’altro sul Golfo del Benin, che va dal Ghana alla Nigeria. I trafficanti colombiani usavano trasportare la cocaina su ‘navi madre’ fino alla costa africana, per poi trasbordarla su imbarcazioni piu’ piccole. Una parte della coca procedeva via mare verso Spagna e Portogallo, ma una parte (circa il 30%) del carico veniva lasciato agli africani occidentali in cambio della loro assistenza.
Cosi’ gli africani occidentali hanno iniziato a trafficare coca per conto proprio, in gran parte tramite corrieri aerei commerciali. le spedizioni venivano anche fatte tramite piccoli aerei modificati che partivano dal Venezuela per arrivare a destinazione in Africa Occidentale. I disordini politici nell’hub piu’ a nord, quello guineano, e le operazioni di interdizione altrove sembrano avere danneggiato questo canale per il momento, anche se potrebbe essere riattivato molto velocemente. Il declino del traffico di droga, che colpisce in particolare l’Africa lusofona, potrebbe essere il motivo per cui il Portogallo ha visto un netto declino nei sequestri di cocaina nel 2006-2008, dopo i forti aumenti del 2003-2006.
Il Venezuela, in particolare, e’ emerso come un paese chiave per il transito delle grandi spedizioni marittime verso l’Europa. Il singolo sequestro piu’ grande del 2008 e’ stato di 4,1 tonnellate di cocaina, provenienti proprio dal Venezuela, mentre altre 2,5 tonnellate vennero sequestrate su un peschereccio che veniva da quel paese. Secondo il Maritime Analysis Operation Centre (Maoc-N), piu’ della meta’ di tutte le spedizioni intercettate nell’Atlantico avevano iniziato il loro viaggio nella Repubblica Bolivariana. Le spedizioni dirette dalla Colombia, per contro, hanno rappresentato solo il 5%.
Per il Maoc-N, le barche a vela che viaggiano dai Caraibi all’Europa sono le piu’ comuni fonti di sequestri di cocaina, seguite dalle navi da trasporto e da altre imbarcazioni a motore. Per contro, i semisommergibili, che hanno guadagnato molta importanza nel traffico di cocaina dalla Colombia al Messico negli ultimi anni, non hanno ancora giocato un ruolo significativo in Europa. Solo uno e’ stato avvistato in Spagna, nel Nord della Galizia, nel 2006.
fonte aduc