Internet non ‘parla’ ancora abbastanza arabo e sono troppo pochi i siti della rete in questa lingua. Parola degli esperti.
“L’arabo è il linguaggio dei governi, dei media, dell’educazione, degli affari in molti Paesi del Medio Oriente e del Nordafrica”, ha sottolineato, citato dal sito di ‘Emirates Business’, Mohamed Elzubeir, esperto di media e direttore generale di Mediastow, compagnia degli Emirati che si occupa di analisi e monitoraggio dei mezzi di comunicazione. A suo parere, a fronte di 100 milioni di arabi che usano Internet, l’1,4% di siti nella quinta lingua più parlata al mondo è un risultato deludente.
La recente decisione di permettere l’uso di alfabeti diversi da quello latino per gli indirizzi web è, secondo l’esperto, “il primo radicale cambiamento nel sistema dei domini Internet dal giorno della sua creazione” e certamente consentirà “la penetrazione di Internet specialmente tra coloro che non conoscono l’inglese e saranno più a loro agio usando l’alfabeto arabo”. Questo, tuttavia non può da solo incidere sulla scarsa presenza di contenuti web in arabo, che ha creato, secondo Elzubeir, un circolo vizioso per cui pochi cercano informazioni in lingua araba su Internet, scoraggiando di conseguenza chi potrebbe produrne.
“La chiave – ha spiegato l’esperto – sta nell’usare un arabo standard, che ognuno nel mondo arabo possa capire”, visto che, ha aggiunto, l’uso dei diversi dialetti, unito talvolta a quello dei caratteri latini, ha marginalizzato la lingua sul web, impedendo al resto del mondo di trattare gli arabi come un’unica comunità. “Dobbiamo incoraggiare la gente a scrivere in una vera terminologia araba e preservare l’alfabeto arabo” perché oggi, ha concluso, “invece di avere una sola lingua usata da 22 Paesi, ne abbiamo 22 diverse versioni usate sul web”.
fonte aduc