La prima ‘stanza del buco’, inaugurata lo scorso ottobre nel quartiere di Vesterbro, nella capitale danese, ha avuto tale successo da suggerire al consiglio comunale di Copenaghen di programmarne altre tre nel resto della citta’.
Le narcosale, diFfuse gia’ in vari paesi europei e in programma da quest’anno anche in Francia, sono delle sale dedicate ai tossicodipendenti perche’ possano assumere le sostanze in strutture protette, coadiuvati da personale sanitario e non in mezzo alla strada, con tutte le conseguenze negative correlate. Nelle intenzioni degli inventori, la stanze del buco sottrarrebbero manovalanza alla criminalita’ e aiuterebbero a salvare la vita ai tossicodipendenti allontanando il rischio di overdose e di propagazione di malattie.
Il Copenaghen Post ricorda che i residenti del popolare quartiere di Vesterbro hanno impiegato una ventina d’anni per convincere le autorita’ cittadine e riservare le narcosale ai tossici che normalmente assumevamo ogni tipo di sostanza sotto le loro finestre ad ogni ora del giorno e della notte.
Ora che l’esperimento sembra riuscito e che in pochi mesi sono state salvate almeno sei vite – secondo fonti della struttura – ed è drasticamente calato il numero di ‘incidenti’ correlati allo spaccio e al consumo di droga, si sta pensando di estendere liniziativa.
Lars Aslan Rasmussen (sinistra), membro del consiglio comunale di Copenaghen, ha chiesto di aprire altre narcosale a Nordvest Sydhayn e Amager. ‘Sapevamo che avrebbe avuto successo – ha rivelato Rasmussen – ma siamo rimasti stupiti dal successo ottenuto, e’ per questo che ci stiamo orientando per estendere l’esperimento’.
In Svizzera le narcosale sono una realta’ da tempo, così come ad Amsterdam, Madrid, e anche in Australia e Canada. In Italia tra i primi a parlare della necessita’ di istittuire le ‘stanze del buco’, sono stati i comuni di Milano e Torino, nonostante la bocciatura delle Nazioni Unite e le preoccupazioni di chi vi vede un modo per allargare il traffico di stupefacenti nelle loro immediate vicinanze.
fonte: aduc