Papa Benedetto XVI si dimetterà alla fine di febbraio, dopo quasi otto anni come capo della Chiesa cattolica.
Come cardinale, Joseph Ratzinger, ha trascorso 24 anni a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, una volta noto come il Santo Uffizio dell’Inquisizione.
Ratzinger è stato un Papa conservatore, fortemente omofobo. Con le sue dichiarazioni ha più volte “violentato” la dignità della comunità gay. Al centro di varie polemiche per lo scandalo dei preti pedofili.
Speriamo che si ritiri in silenzio e che il nuovo Papa sia un uomo figlio dei tempi e non un “anziano retrogrado”.
Un po’ di storia: Il “caso Maciel”
Ratzinger, come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, si occupò del caso «a partire dal 1998» quando la Congregazione «ricevette accuse, già in parte rese pubbliche, contro il Rev.do Marcial Maciel Degollado, fondatore della Congregazione dei Legionari di Cristo, per delitti riservati all’esclusiva competenza del Dicastero». Maciel era accusato di pedofilia, di altri abusi sessuali su seminaristi[60] e di abuso del sacramento della confessione per aver assolto alcune delle sue vittime. Maciel commise tali delitti in modo plurimo e continuativo tra gli anni quaranta e gli anni sessanta. Il 19 maggio 2006 la Sala stampa della Santa Sede rese pubblica la decisione della Congregazione per la Dottrina della Fede «– tenendo conto sia dell’età avanzata del Rev.do Maciel che della sua salute cagionevole – di rinunciare ad un processo canonico e di invitare il Padre ad una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico».Ratzinger, ormai papa Benedetto XVI, approvò queste decisioni. La colpevolezza di Padre Maciel fu riconosciuta dai Legionari di Cristo e dichiarata esplicitamente dalla Santa Sedenel 2010.
Nel febbraio del 2009e ancora nel marzo del 2010 in concomitanza con alcune notizie di stampa, i Legionari di Cristo informarono che Maciel aveva «avuto una figlia nel contesto di una relazione prolungata e stabile con una donna» e che erano «apparse altre due persone, tra loro fratelli, che affermano di essere suoi figli, frutto di una relazione con un’altra donna». Un mese dopo la Segreteria di Stato della Santa Sede decise di inviare una visita apostolica ai Legionari di Cristo, che si concluse nel 2010 appurando che «la condotta di P. Marcial Maciel Degollado ha causato serie conseguenze nella vita e nella struttura della Legione, tali da richiedere un cammino di profonda revisione» del carisma, dell’esercizio dell’autorità e delle Costituzioni.
A seguito della visita apostolica Benedetto XVI nominò delegato pontificio per la Congregazione dei Legionari di Cristo il cardinale Velasio De Paolis, il quale incaricò Ricardo Blázquez Pérez, arcivescovo di Valladolid, di compiere una visita apostolica al terzo grado (laici consacrati) del Regnum Christi, che si concluse nel giugno del 2011 con la decisione del delegato pontificio di procedere alla revisione degli statuti e dei regolamenti del Regnum Christi e alla separazione tra governo della congregazione e governo del Regnum Christi.
Il “caso Irlanda”
A seguito degli scandali di pedofilia nella Chiesa irlandese, scoppiati a partire dal 2009 con la pubblicazione dei rapporti Ryan e Murphy che denunciavano numerosi casi di abusi sessuali su minori compiuti da sacerdoti e religiosi dagli anni trenta fino agli anni 2000 e il tentativo di insabbiamento da parte della Chiesa locale, il portavoce della sala stampa vaticana Federico Lombardi spiegò l’11 dicembre 2009 che il papa condivideva «la rabbia, il senso di tradimento e la vergogna provate da così tanti fedeli cattolici irlandesi» e che avrebbe seguito con «massima attenzione» la questione. Nel corso dei mesi successivi il papa incontrò i responsabili e i vescovi della Chiesa irlandese e presentarono le dimissioni alcuni vescovi con responsabilità pastorali nelle diocesi interessate; si parlò anche della possibilità di dimissioni per il primate d’Irlanda, Sean Brady.
Il 20 marzo 2010 Benedetto XVI ha pubblicato una lettera pastorale rivolta ai fedeli cattolici d’Irlanda. In essa il Papa ha spiegato di «condividere lo sgomento e il senso di tradimento […] sperimentato al venire a conoscenza di questi atti peccaminosi e criminali e del modo in cui le autorità della Chiesa in Irlanda li hanno affrontati», chiedendo ad essa «in primo luogo di riconoscere davanti al Signore e davanti agli altri, i gravi peccati commessi contro ragazzi indifesi» e accusando la «preoccupazione fuori luogo per il buon nome della Chiesa e per evitare gli scandali, che hanno portato come risultato alla mancata applicazione delle pene canoniche in vigore e alla mancata tutela della dignità di ogni persona». Rivolgendosi poi ai sacerdoti e ai religiosi colpevoli di tali abusi, ha scritto: «Avete tradito la fiducia riposta in voi da giovani innocenti e dai loro genitori. Dovete rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti. Avete perso la stima della gente dell’Irlanda e rovesciato vergogna e disonore sui vostri confratelli. Quelli di voi che siete sacerdoti avete violato la santità del sacramento dell’Ordine Sacro, in cui Cristo si rende presente in noi e nelle nostre azioni. Insieme al danno immenso causato alle vittime, un grande danno è stato perpetrato alla Chiesa e alla pubblica percezione del sacerdozio e della vita religiosa.».
(alcune notizie sono tratte da wikipedia)