Mi tornano in mente i massacri del 1999 in Iran e l’allora Presidente Khatami che non mosse un dito per fermarli, anzi…
Quindi non dovremmo stupirci più di tanto se una dittatura come quella Iraniana, uccide i propri cittadini.
Ogni giorno arrivano notizie che descrivono uno scenario da incubo, molto simile a ciò che accade in una guerra civile. Camion carichi di morti, donne picchiate o uccise, persone portate in carcere e torturate, manifestanti pestati come bestie, poliziotti che sparano a casaccio in mezzo alla folla ecc ecc
Un bel campionario di orrore… un orrore reale.
Il folle dittatore, che si è proclamato guida spirituale anni or sono, Khamenei ha provveduto più volte a chiarire che le elezioni sono state regolari e quindi Ahmadi-Nejad è il presidente legittimo, e chiunque rifiuta questa verità (???) è un terrorista al soldo delle potenze straniere e dunque va schiacciato o reso “silenzioso”.
C’è però una cosa molto strana… come mai gli ayatollah ultraconservatori e i pasdaran avevano tollerato per giorni le manifestazioni, prima di intervenire ?
Ho ipotizzato una possibile risposta: penso che la vera sfida non sia tra i manifestanti e il regime, ma fra i due titani del regime stesso. Da una parte la Guida suprema Alì Khamenei e dall’altra il Presidente dell’Assemblea degli Esperti, Alì Akbar Hashemi Rafsanjani.
Mi viene l’orrendo dubbio che i poveri manifestanti, verso i quali tutti noi siamo solidali, non siano altro che carne da macello utilizzata da Rafsanjani come arma contro Khamenei.
Studiando con attenzione i due candidati, si può tranquillamente vedere che Ahmadi-Nejad è il candidato di Khamenei e Mousavi la pedina di Rafsanjani. I due candidati rappresentano una sfida celata ma decisiva all’interno dell’establishment iraniano, perché dopo 16 anni nei quali Khamenei ha di fatto detenuto il potere assoluto derivantegli dalla carica ricoperta, Rafsanjani ha visto uno “spiraglio” per poter far “crollare” Khamenei, prima imponendosi come vincitore diretto alle elezioni, poi attraverso Mohammed Khatami, peccato per lui però che nel 2005 Khamenei ha fatto piazza pulita, portando alla Presidenza della Repubblica il suo protetto Ahmadi-Nejad.
Ipotizzando che le mie supposizioni siano valide, ne deriva che le elezioni del 12 giugno sono state solo un test per misurare i rapporti di forza all’interno del regime. Rafsanjani da una parte doveva assolutamente vincere per dimostrare di avere ancora un “peso” e quindi poter aspirare al vertice della Repubblica islamica. Khamenei al contrario, aveva la necessità di ridimensionare in maniera decisiva quello che è diventato un pericoloso rivale.
Vado ancora oltre con le ipotesi…
Rafsanjani a mio avviso, sapeva che Mousavi avrebbe vinto le elezioni; ma sapeva anche che Khamenei avrebbe fatto di tutto per sovvertire la realtà. Sovvertendo la realtà Khamenei e il suo clan hanno fatto il gioco di Rafsanjani che ha finanziato la rivolta popolare.
In altri periodi manifestazioni come quelle che si sono svolte in Iran, sarebbero stata represse in poco tempo. Khamenei da parte sua voleva capire se le manifestazioni di piazza fossero un bluff o la volontà di un sistema di potere alternativo, pronto a scalzarlo dal ruolo di Leader Supremo.
Rafsanjani è il Presidente dell’Assemblea degli esperti, che in linea teorica, ha il potere di destituire e nominare la Guida. Sembra inoltre che Rafsanjani goda della lealtà dell’esercito, che però è controllato da Khamenei.
In tutto questo tempo Rafsanjani è rimasto in silenzio… mentre Khamenei è passato dalle minacce alla repressione vera e propria.
A questo punto credo ci siano solo due soluzioni:
1) l’Assemblea degli esperti ha deciso di non appoggiare la scalata al potere di Rafsanjani e quindi Khamenei ha margini di manovra più larghi e Rafsanjani deve trattare la sua resa (da qui il silenzio)
2) Khamenei teme di essere fatto fuori da una congiura di palazzo e quindi prova la carta della repressione per dimostrare ai propri nemici di avere forze sufficienti per mantenere il potere.
In entrambe le ipotesi, chi ci rimetterà saranno ancora una volta i poveri iraniani, che stanno lottando nelle strade per la libertà e che forse non avranno possibilità di vivere un cambiamento reale.
Personalmente spero di sbagliarmi su tutto… spero che le mie ipotesi risultino “sballate”… però, spesso la soluzione più semplice è quella che coincide con la realtà…