Le forze di sicurezza messicane hanno arrestato oggi Sergio Villarreal Barragan, il trafficante di droga noto come ‘El Grande’. Villarreal era tra gli uomini piú ricercati del Paese, tanto che era stata posta una taglia di oltre due milioni di dollari per la sua cattura. Un portavoce del governo ha precisato che sono almeno sette le indagini in cui è coinvolto il boss, per traffico di droga e criminalità organizzata.
Nato nel 1969, nel 1990 Villarreal entra nella Polizia federale, che lascia nel 1996 quando stringe rapporti con il cartello di Juarez, uno dei piú potenti del Paese. El Grande si lega in particolare ai quattro fratelli Beltran Leyva che, alla fine degli anni ’90, lasciano il cartello di Juarez per unirsi a quello di Sinaloa. In quegli anni, El Grande conosce Edgar Valdez Villarreal, detto ‘La Barbie’, diventato negli anni suo acerrimo nemico e catturato dalle forze dell’ordine il 30 agosto scorso.
Nel 2007, El Grande viene arruolato dai Beltran Leyva, diventando luogotenente di Arturo Beltran, conosciuto come il ‘Boss dei boss’. Secondo il governo messicano, citato dal quotidiano La Jornada, i fratelli Beltran lasciano il cartello Sinaloa dopo uno scontro con il suo leader, Joaquin Guzm n Loera, accusato di aver consegnato alla polizia Alfredo Beltran Leyva, arrestato nel gennaio 2008. I Beltran Leyvas danno cosí vita “a uno dei gruppi con la piú vasta presenza nel Paese”, capace di condurre operazioni in 32 Stati messicani, compresa la capitale, stando a quanto precisato dal governo.
Al gruppo viene inferto un duro colpo nel dicembre 2009, quando le forze messicane uccidono Arturo, il ‘Boss dei boss’. La guerra per la successione al comando del cartello vede contrapposti El Grande, alleato a Hector Beltran Leyva, l’ultimo dei fratelli ancora in fuga, e ‘Barbie’. Uno che causa decine di morti.
Dopo la cattura di Barbie, il 30 agosto scorso, la polizia arresta anche il suo braccio destro, Mauro Gonzalez, detto ‘El Coyote’, e ritrova i cadaveri di 13 suoi presunti nemici.
In meno di quattro anni, in tutto il paese, il bilancio della “guerra dei cartelli” per il controllo del traffico di droga è stato di 28.000 morti, tra regolamenti di conti e scontri con le forze dell’ordine. Al suo arrivo al potere, nel dicembre 2006, il presidente Felipe Calderon aveva posto come priorità nazionale la lotta ai trafficanti, dispiegando 50.000 soldati a sostegno delle forze di polizia.
fonte aduc