Più di 104 milioni di ettari di paesaggi forestali intatti – un’area tre volte la Germania – sono stati distrutti o degradati tra il 2000 e il 2013. Questo è il responso delle nuove mappe prodotte dalla collaborazione tra Greenpeace, l’Università del Maryland, Transparent World, col supporto di WWF Russia e del World Resources Institute. Le mappe hanno utilizzato le tecnologie satellitari per identificare gli ultimi “paesaggi forestali intatti” (intact forest landscapes, IFL) ossia fareste incontaminate stesse su vaste aree, sufficienti a mantenere la biodiversità nativa. Le mappe escludono le aree frammentate o attraversate da infrastrutture come strade, miniere o campi petroliferi. I paesaggi forestali intatti includono d’altro campo anche radure e altre aree a bassa copertura arborea.
“I governi del pianeta devono adottare misure urgenti per fermare il degrado dei paesaggi forestali intatti, creando aree protette o rafforzando i diritti delle comunità forestali. Queste foreste vanno protetto per il oro valore economico, sociale e ambientale”, spiega Christoph Thies, di Greenpeace. “L’ONU deve sostenere gli sforzi dei paesi più poveri nella protezione di queste foreste. Anche i sistemi di certificazione e le varie “tavole rotonde” su olio di palma, soia e carne bovina, debbono assicurarne la protezione”.
Le nuove mappe sono accessibili della piattaforma Global Forest Watch, mostrando in dettaglio l’estensione delle foreste, dei paesaggi forestali intatti e la deforestazione avvenuta negli ultimi anni.
Dal 2000 ad oggi, l’8,1% dei paesaggi forestali intatti è stato stato degradato. Quasi il 95% dei rimanenti paesaggi forestali intatti del mondo si trova nelle regioni tropicali e in quelle boreali. Il maggiore degrado delle foreste intatte boreali si è verificato in tre paesi: in Canada settentrionale, in Russia e in Alaska (Stati Uniti) mentre nelle regioni tropicali la perdita di foreste intatte si concentra nel bacino Amazzonico (25%) e in quello del Congo (9%).
re paesi (Canada, Russia e Brasile) ospitano assieme il 65% di tutti i paesaggi forestali intatti del pianeta. E negli stessi paesi si è verificata la metà del degrado, prevalentemente a causa della costruzione di strade, spesso legata al prelievo di legname e all’industria estrattiva. Altri fattori di deforestazione variano da regione a regione, come gli incendi in Russia e la conversione agricola in Brasile.
Le aree analizzate comprendono alcuni dei paesaggi più preziosi sulla Terra, come le vaste foreste boreali del nord, sede di migrazione dei caribù e dalle enormi quantità di carbonio immagazzinato, così come le foreste pluviali ricche di biodiversità del Borneo centrale, del Congo e l’occidentale e dell’Amazonia settentrionale. Queste ultime frontiere forestali svolgono un ruolo cruciale nel sostenere la biodiversità, nella mitigazione del cambiamento climatico, nella regolazione delle precipitazioni e nel ciclo dell’acqua, così come nel prevedere essenziali mezzi di sussistenza alle comunità che dipendono dalla foresta.
Purtroppo il prelievo di legname e la costruzione di strade stanno intagliando e frammentando questi paesaggi incontaminati, con impatti incalcolabili sulla biodiversità e sul clima globale.
Questo lavoro è stato possibile grazie all’accesso gratuito a immagini satellitari fornite dal programma US Geological Survey Landsat in collaborazione con la NASA. Il team di mappatura di Greenpeace ha elaborato migliaia di immagini Landsat, sovrapponendole insieme ad altre informazioni su strade e insediamenti, per catalogare le attività umane in aree precedentemente indisturbate.
Fonte: http://www.salvaleforeste.it…